ORTI URBANI DI LEGAMBIENTE – VIA PADOVA (MI)
Una vera e propria oasi di verde nel cuore di Milano, tra alcune delle arterie più trafficate della città, uno spazio un tempo abbandonato e lasciato al degrado, oggi recuperato per la creazione di orti urbani e di un’area di incontro e socializzazione. Grazie alla determinazione, alla costanza e alla volontà di un gruppo di persone, e grazie al circolo Legambiente Reteambiente Milano, questa area verde è oggi interamente dedicata alla produzione di ortaggi biologici, ospita la produzione di piante aromatiche, degli alveari, un angolo per il compostaggio, orti in cassoni rialzati, uno vero e proprio spazio di aggregazione tra le tante persone volontarie che vi lavorano.
Dal 2018 è iniziata la collaborazione tra gli Orti Legambiente di Via Padova e Tecnogarden Service srl, che ha fornito Compost e terra per la concimazione degli orti.
“Nel febbraio 2014 l’amministrazione comunale ha risposto positivamente alla richiesta del circolo Legambiente Reteambiente Milano di realizzare un giardino condiviso. L’iniziativa del circolo nasceva a seguito di una delibera comunale approvata nel maggio 2012 dedicata a trasformare aree pubbliche abbandonate e degradate, soprattutto in periferia, in luoghi di socialità.
A seguito della convenzione stipulata con l’allora Consiglio di Zona 2, sono seguite attività di pulizia, indagini sulla qualità del suolo e l’apertura al pubblico dell’area per far conoscere la nuova realtà al quartiere. Da febbraio 2014 e nei mesi successivi si è formato il primo nucleo di volontari che hanno iniziato la sistemazione dell’area, e hanno cominciato ad organizzare alcuni incontri divulgativi sulle erbe spontanee e sulla tutela dell’ambiente. All’inizio di settembre 2014 una svolta decisiva all’attività dell’orto è stata la collocazione di oltre 100 cassoni di terra dell’istallazione “Quanto mais”, realizzata in piazza Castello in attesa di Expo 2015. […]
Gli orti sono diventati un vero e proprio luogo della condivisione, un punto d’incontro di diverse culture e di proposte educative, di cura dell’ambiente e di promozione culturale, diventando un modello di azioni imitabili e divulgabili in altre parti della città. In questo modo si è creata un’aspettativa nel quartiere che ha tolto dall’anonimato l’area, diventando un punto di riferimento e solidarietà da cui partono le azioni che hanno reso possibile il processo di aggregazione e condivisione.”
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