Cippato
La pacciamatura organica è una metodologia molto utilizzata nelle pratiche agronomiche ecocompatibili, quali permacultura, agricoltura naturale e agricoltura biodinamica. In natura la pacciamatura naturale è offerta dal fogliame che cade in autunno e forma uno strato sul terreno che crea così un effetto protettivo conto il freddo dell’inverno.
Attraverso la pacciamatura con materiali organici come il cippato possiamo realizzare una copertura totale o parziale del terreno in grado di:
• contrastare la germinazione e lo sviluppo delle malerbe perché si bloccano le radiazioni luminose e si provoca un innalzamento della temperatura che inibisce i loro semi,
• diminuire le perdite di acqua per evaporazione degli strati superficiali del terreno, riducendo le annaffiature,
• dare un effetto ordinato e decorativo al giardino soprattutto in quelle zone che per qualche periodo sono prive di vegetazione.
A tale scopo, oltre al compost, può essere utilizzato il cippato di pezzatura grossolana (circa 40 mm), da distribuire sulla superficie, lungo la fila di piantagione o intorno alla singola pianta, in uno strato con uno spessore pari ad almeno 5-10 cm; una quantità di circa 100 litri è sufficiente per un metro quadrato.
Il nostro cippato, legno in scaglie, deriva dalla macinazione di tronchi e rami di specie arboree con successiva vagliatura per calibrare la dimensione dei pezzi. E’ un materiale caratterizzato da una lenta degradazione e non sottrae azoto al suolo per degradarsi. La provenienza del cippato è regionale (Lombardia o Lazio).
Sia il compost che il cippato utilizzati per la pacciamatura, oltre a tenere sotto controllo le piante infestanti, attraverso una lenta degradazione, sono in grado di fornire elementi nutritivi alle piante, contribuendo alla restituzione dei nutrienti asportati dalle produzioni e dallo sviluppo vegetativo e consentendo di limitare il ricorso ai concimi minerali di sintesi.
Oltre a rendere i migliori effetti su terreni poveri di sostanza organica, la pacciamatura diventa interessante su terreni privi di impianti irrigui, infatti, lo strato di terreno sottostante risulta avere un livello di umidità superiore rispetto ad una superficie libera perché il materiale pacciamante consente l’immagazzinamento dell’acqua nel terreno e limita le perdite per evaporazione conseguenti ai fenomeni di risalita capillare; in questo modo si può risparmiare sull’irrigazione, sulla concimazione e sulla fatica per tenere il suolo pulito da erbacce.
Come usare il cippato come pacciamante
Spargi il cippato a mano o con un rastrello per formare uno strato di circa 5-10 cm pari a circa 15-20kg/mq, in modo uniforme intorno a piante (arbusti ornamentali, alberi da frutto, ecc.) lasciando un margine dal tronco per lasciar respirare la pianta ed evitare i ristagni idrici; procediamo lo stesso nei vasi, nelle fioriere o nell’orto (sotto le piante o sui bordi dell’orto).
In primavera interrate il pacciamante applicato l’anno precedente e distribuite quello fresco; anche in estate si può applicare la pacciamatura, tuttavia è consigliabile distribuire il materiale sul terreno umido (precedentemente innaffiato) e, in caso di siccità prolungata, rastrellate per fare in modo che l’acqua di irrigazione possa penetrare nel suolo e poi ristabilite lo strato.
In autunno, si può pacciamare sotto la chioma delle specie erbacee più sensibili al freddo dell’inverno o in orto per proteggere le colture invernali (cavoli, verze, broccoli). Rinnova la pacciamatura organica ogni anno; si può accelerare la sua decomposizione interrandola o, più semplicemente, distribuendo il nuovo strato di pacciame direttamente su quello vecchio o resiuo.